martedì 18 giugno 2013

Dramatis personae

La piccola orchestra di Ponte Sisto



Da un po' di tempo ho scoperto le persone.
Nel senso, mi piacciono e mi piacciono più delle cose. Me ne sono accorto da tanti piccoli particolari, ad esempio dalla fotografia. Sono ormai alcuni giorni che i soggetti delle mie foto su Instagram sono cambiati, passando da immagini astratte e senza nessuno dentro ad un abbozzo di quella che potremmo definire street photography. Dico abbozzo perché si tratta di un genere così complesso e difficile che quasi mi mette in soggezione.
Ad ogni modo, fotografo più gente. Fotografo la gente. Mi interessa sapere cosa li ha portati davanti alla mia fotocamera esattamente in quel momento e in quel punto e con quei gesti che ritraggo. Mi incuriosice carpirne i motivi, i pensieri, le parole dette e quelle non dette. Mi diverto a lasciar libera la mia fantasia, partendo dalla loro immagine e analizzando l'impatto che hanno su di me, sulla mia percezione. Ancora, ciò che possono suggerire anche al di là dei loro pensieri reali, gli stati d'animo che magari non hanno ma che arrivano ad un osservatore esterno.
Dunque, le persone. E non solo in quel che fotografo. Anche in ciò che scrivo - mai abbastanza, è ovvio, ma comunque sempre qualcosa - il mio interesse si è spostato dalla vicenda a coloro che la creano. Uso il fantastico e la fantascienza per approfondire l'indagine sull'animo umano, l'unica cosa che abbia realmente un senso in un universo che non fa altro che rimanere uguale fingendo di mutare ad ogni secondo.
Dall'oggetto sono passato (tornato?) al soggetto, compiendo una piccola rivoluzione copernicana nella mia personale filosofia di vita.
E una rivoluzione ogni tanto è salutare.

 

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