venerdì 5 luglio 2013

Il lato oscuro del Laghetto


Io vivo a Roma. Sono nato dalle parti di Roma Nord (non è colpa mia). Però già a cinque anni ci siamo trasferiti nei pressi dell'EUR e da allora non l'ho più lasciato.
Per chi non è di Roma tutto questo può non significare molto., ma chi conosce bene la capitale sa quanto essa più che una singola metropoli sia un insieme di piccole città. Piccole città molto diverse tra di loro e che spesso, semplicemente, non si possono vedere. Troppe differenze di ambiente, classe sociale, urbanistica, abitudini di zona... eppure tutti i quartieri di Roma hanno una cosa in comune: detestano l'EUR.
Ora, lasciamo perdere le polemiche sulle sue origini. Fascismo o meno, i vialoni bianchi dell'EUR sono un esempio di architettura cittadina che in molti nel mondo hanno ammirato, studiato e banalmente copiato. E a me non sembra affatto triste o desolante come in molti lo descrivono, ma aperto e solare e pieno di verde e di aria. Personalmente vengo ancora preso da una leggera sensazione di claustrofobia non appena mi avventuro al di là della Piramide o quando lascio la Cristoforo Colombo passando sotto le mura: non c'è niente da fare, è proprio un'altra città.
Ora, per tutti coloro che abitano all'EUR esiste un luogo in particolare che conserva memorie preziose di giornate diverse dal normale, giornate romantiche. Il Laghetto.
Questa specie di enorme vasca da bagno situata davanti al palazzone dell'ENI è uno dei simboli del quartiere ed ha fatto da ambientazione per pomeriggi e nottate all'insegna dei sentimenti. Ben pochi sono gli abitanti dell'EUR che non ci si sono mai recati almeno una volta con la propria ragazza, fidanzata e moglie.
Eppure, oltre a custodire una preziosa famiglia di ciliegi giapponesi che ad ogni primavera regalano una rigogliosa fioritura, il Laghetto nasconde anche dei segreti. Come il fatto di essere suddiviso in due zone specifiche sul lato che dà su Viale America.
Se infatti nell'area immediatamente limitrofa alla metro di EUR Palasport (e chiamatelo come volete, ma per tutti noi dell'EUR quello è e rimane il Palazzetto dello Sport) troviamo la zona per le coppie regolari, spesso accompagnate da bambini e parentame vario, poco più in giù, verso la riva corta del lago che porta sull'altra sponda, si trova un'area un po' più appartata, con meno panchine e con maggiori garanzie di riservatezza.
Il lato oscuro del Laghetto. L'area dedicata alle coppie "non ufficiali".
In effetti, non so quando è cominciato tutto questo, ma nel corso degli anni si è formato una sorta di accordo implicito che spinge coloro che si amano non proprio come tutti a prediligere quel punto lì. Coppie di mariti con seconde mogli (le riconosci per la quasi immancabile differenza di età tra lui e lei), colleghi di lavoro chiaramente dediti a parlare di tutto tranne che del lavoro medesimo con fedi di colore diverso alle dita (che poi vedersi al Laghetto non è proprio il massimo della furbizia... all'EUR ci si conosce quasi tutti e le voci fanno presto a correre...), uomini e donne che arrivano singolarmente dando delle sospettosissime occhiate in giro finché non incontrano "casualmente" proprio chi speravano di trovare...
E non è che siano tutti presi da chissà quale vortice di passioni. Anzi, molti rimangono come schiacciati dal peso di una relazione clandestina o comunque "nata strana". E allora vedi uomini che si ritrovano alle prese con le stesse incomunicabilità che avevano con le precedenti consorti, questa volta aggravate dal fatto che le hanno con quella che probabilmente era la loro ex amante che un tempo li faceva sentire così "vivi", o anche gente dedita a vere e proprie litigate, rese ancor più dolorose dal fatto che si tratta di una seconda occasione che sta sfuggendo via dalle mani proprio come fu per la prima. Oppure i casi più pietosi, cioè coloro che fingono disperatamente e soprattutto con se stessi di essere di nuovo felici, perché hanno smontato il loro mondo per vivere quel momento... e poi si accorgono che forse non ne valeva nemmeno così tanto la pena.
Però ci sono le eccezioni.
Le persone felici, ma felici davvero. Perché nessun amore può essere così bello come quello che ha superato mille ostacoli, che ha ignorato anche i vincoli della cultura e della mentalità comuni, che ha travolto ogni convenzione. E tu, che cominci a far caso più alle persone che alle cose perché magari hai la vaga intenzione di diventare uno scrittore e quindi sai che prima di tutto devi imparare ad "ascoltare" ciò che ti vedi intorno, sei come sommerso da tutti questi stimoli. Riconosci i segni, le sottigliezze negli atteggiamenti, le posizioni sulle panchine, la natura degli abbracci, gli scambi affettuosi...

- Oh, amò! Ma guarda che bello... finalmente...
- Eccerto... Daje!
- Sì, sì, amò... guarda, pure coi regazzini che giocheno qui davanti a noi!
- E' vero. Ma quanto sei zenzibbile tu... Così, alla luce der sole...

Scena reale. Giuro, Verdone non c'entra. Uomo e donna. Capello lungo impomatato e improponibile catenone al collo con giacchetta bianca stile John Travolta de Torpigna lui, minigonna e zepponi lei (il resto della "signora" non lo ricordo... ho un buco nella memoria, vaghe immagini di capelli nerissimi e gioiellame esagerato... una parte dei miei neuroni deve essersi suicidata alla vista di questo spettacolo). Lui chiaramente uscito da poco da una separazione o divorzio o chessò io, lei tutta trionfante e acchittata per la loro prima uscita... alla luce der sole...
Ecco. Pure questo è amore.
Daje.

Nessun commento:

Posta un commento